Le vitamine sono necessarie per portare a termine in modo corretto determinate funzioni fisiologiche e un loro deficit porta a malattie dette ipovitaminosi. Essendo sostanze che l’organismo non è in grado di produrre, è importante assumerle dall’esterno.
La vitamina C si trova principalmente negli alimenti di origine vegetale e solo marginalmente nel fegato e nel latte. Invece, spiccano per l'apporto di acido ascorbico: agrumi, altri frutti aciduli (come i kiwi e le mele), i peperoni, il prezzemolo, i cavoli, le fragole ecc. Alcune delle funzioni principali della vitamina C: riparazione dei tessuti corporei, produzione di alcuni neurotrasmettitori, corretto funzionamento di numerosi enzimi, funzione immunitaria e antiossidante. Questa è la vitamina maggiormente interessata dall'industria dell'integrazione alimentare – soprattutto per il suo ruolo immunitario e antiossidante.
La carenza di vitamina C provoca una ipovitaminosi definita scorbuto (come ci suggerisce il nome chimico di questa vitamina: acido ascorbico). È una patologia che secoli fa era molto diffusa tra i marinai che vivevano sulle navi per mesi e non si cibavano di cibi freschi. Si manifestava con sanguinamento delle gengive e caduta dei denti, dolori muscolari, rottura dei capillari, ferite che non cicatrizzavano, apatia e anemia. Tutti segni dovuti a fragilità dei tessuti connettivi.
Al giorno d’oggi questa malattia così grave non si verifica quasi mai (i più a rischio sono gli anziani, gli alcolisti e i tossicodipendenti che hanno una alimentazione scorretta). Però è stato utile descriverla per capire una delle funzioni fisiologiche più importanti sostenute dalla vitamina C: la formazione del collagene. In particolare, serve a far funzionare un enzima che costruisce i “mattoncini” del collagene che, a sua volta, andrà a costituire i tessuti connettivi. Così permette di mantenere ossa, denti, capillari e pelle sani.